Milano e la schiavitù del supermercato

Un collega, durante un pranzo nella ridente mensa, ci ha raccontato della moglie, napoletana, che ha fatto ridere una tavolata di amici, napoletani anch’essi. Stigmatizzando così il milanese medio:

A Milano, basta che tengono l’Esselunga vicino, stanno tutti contenti.

Vero, verissimo. Me lo sono sentita ripetere mentre cercavo casa e visitavo appartamenti in mezzo a lande desolate. “Ma come?” si scandalizzava il solerte agente immobiliare, “C’è l’Esselunga qua vicino”. “Isolati noi?” si offendono gli amici che, come me, hanno la sventura di vivere in the middle of nowhere, “Non scherziamo, abbiamo pure l’Esselunga!”, come se fosse il principio primo di ogni aggregazione sociale, la soddisfazione di ogni abitante, l’appagamento di ogni smania consumistica, l’Eden sognato delle periferie. E non solo.
Perché a Milano, in molti quartieri anche decisamente più centrali del mio, i negozi non ci sono. Per me è tuttora uno shock, visto che da dove ne vengo, la frutta si compra dal besagnino, la focaccia dal panettiere, il pesce dal pescivendolo che, se lo spada non è adatto per il carpaccio, te lo dice senza problemi. Ogni negozio è una fila, è vero. Ma è anche un momento di interazione, quattro chiacchiere, un consiglio culinario, l’occasione per rivedere un amico che è in fila con te. Dice, si perde più tempo a comprare ogni cosa in un negozio diverso. Sicuri?
Avere l’Esselunga vicino (e solo quella) significa che se mi manca un unico ingrediente per la cena, chessò, la ricotta salata per la pasta alla Norma, smadonno, mi preparo, prendo l’auto, arrivo al centro commerciale, parcheggio, prendo il carrello (non hai 50 centesimi? Ahi, ahi, fai la fila dalla solerte addetta del Centro Assistenza Clienti, prego), faccio 35 chilometri a piedi per entrare nel supermercato, ne percorro altrettanti in slalom fra scaffali, carrelli altrui e vecchiette che per favore mi prende la passata, la mettono sempre troppo in alto. Nel frattempo, subisco decine di offerte speciali per cose che non mi servono (ma qualcosa compro di sicuro, anche perché ci sono i Punti Fragola, così tra un mese prendo un altro oggetto inutile), arrivo alla cassa, mi accorgo di aver dimenticato la ricotta, faccio il percorso al contrario, altri slalom e altre vecchiette, rischio di essere investita da un pallet carico di bottiglie d’acqua, trovo la ricotta, riguadagno la cassa, ho 10 persone davanti e nemmeno più la pancia al settimo mese per saltare la fila, scendo al parcheggio, carico l’auto, riporto a posto il carrello che 50 centesimi son soldi, riprendo l’auto e torno a casa.

Certa gente ha tutte le fortune.

26 thoughts on “Milano e la schiavitù del supermercato

  1. da noi si chiama Carrefour ma succede la stessa cosa…per discriminare un campagnolo da un vero “paesano”cosmopolita basta dirgli “ma se non avete neppure il carrefour vicino!!” e quello si chiuderà nella tristezza.

  2. Tristezza? ma siete matti i miei supermercati si chiamano Wilma, Elisa e purtroppo da circa un anno ha chiuso per raggiunti limiti di età il supermercato Anna. il supermercato Anna subito sotto la mia cucina era il supermercato più bello del mondo La titolare chiamava i maschi (tutti i maschi) Arturo e le femmine (tutte le femmine) Artura fischiava sempre anche nei giorni di pioggia, a volte mi affacciavo dalla finestra e lei era li sotto sul terrazzo mi diceva “Arturo ti ghe miga na sigaretta? ma asseiza perchè nu gò mancu in bricchettu” “arturo(essendo maschio)hai mica una sigaretta? ma accesa perchè non ho neanche un fiammifero
    Adesso c’è lo studio di un geometra il geometra più silenzioso del mondo, e mi manca tanto lo stridore di quella vecchia macchina per grattuggiare il formaggio
    Tristezza noi? ma Voi siete matti!

  3. Blimunda, sono d’accordo su tutto, anche a me capitano le stesse cose. Tranne per la passata, quella sono io che la chiedo alle vecchiette perché non ci arrivo ;-)

  4. Anch’io odio il supermercato, ma odio altrettanto quei negozietti dove immancabilmente la vecchietta davanti deve farsi passare la mattinata, e dunque intavola con l’unica commessa lunghissime conversazioni sbattendosene altamente della chilometrica fila che si va formando dietro di lei. Questo non capita a Genova e dintorni visto che i negozianti liguri generalmente non invitano molto al dialogo. E poi, per un pezzo di focaccia genovese ne varrebbe la pena…

  5. E pensa che qui da noi l’Esselunga proprio non c’è (o meglio, c’è stata un po’ come magazzino, ma poi è fallita perché nessuno faceva la spesa via internet)

  6. dell’Esselunga mi piacciono le pubblicità.
    le adoro.
    io, comunque, ci vado con piacere….mi piace trovare per la stessa cosa 200 marche diverse….

    il sabato, però, direi che è improponibile.

  7. Nel veneto non c’è l’Esselunga, ma il numero di negozi, pizzicagnoli, supermercati, ipermercati, centri commerciali è quasi pari a quello degli abitanti.

  8. verissimo ! E’ spossante fare la spesa in un ipermercato, soprattutto nel fine settimana. Ci vado per la grande spesa quando le scorte sono esaurite e i miei figli rischiano di diventare cannibali :D
    Preferisco comprare frutta e verdura fresca al mercato e il pesce fresco in pescheria o al porticciolo.

  9. Questa è la seconda perla su Milano che leggo in cinque minuti. L’altra: Milano è come Corso Como: è brutta e pensa di essere una strafiga. Mi sa che comincerò a collezionarle.

  10. Corso Como sarà pure brutto però; si trovano delle scarpe meravigliose….
    e non è poco!!!

  11. Qui, per comprare la ricotta, andiamo dalle ‘Nesta, però, i centri commerciali incombono. ;-)***

  12. Qui, pur essendo nella profonda provincia, possiamo scegliere fra vari marchi. Ci sono Carrefour, Auchan, IperCoop (però è lontana) che sono gli iper più una varia serie di super che per comperare una mozzarella ci metti due ore fra parcheggio, percorso fino al bancone e cassa. La differenza, come dice la mia amica milanese, è la lentezza, le cassiere sono lente, le commesse che affettano il salame sono lente, le signore che fanno la spesa sono lentissime. Però vuoi mettere Carosi, mitico fruttivendolo-verduraio-salumiere di via Bixio. A parte che sa sempre tutto di tutto e facendo il mio lavoro non è male avere un informatore del genere e poi non mi ha mai dato un melone così così. Tutti perfetti, sempre. Sono una famiglia con mogli, fili, cognate, tutti nel mega negozio che però è molto familiare e dotato di produzione propria (vino, verdura, olio, miele), mica male. Negli altri posti ci vado per le altre cose, vedi pappa dei gatti, detersivi etc. Però qui il francese Auchan lo chiamano AUCIAN (pronunciato com’è scritto) e non c’è verso, ho anche sentito una pubblicità radiofonica del tipo: “venite alla palestra sani e belli, via Grandi a fianco dell’AUCIAN”.

  13. E va bene, tutti gli esselungari sono degli sfigati e Blimunda e’ l’unica tosta che vorrebbe i negozietti.
    Ricordo solo che i negozietti hanno chiuso perche’ negli iper la merce costa il 30, 40% in meno. Fanno le offerte a tutto spiano. Poi con i soldi che ti avanzano ti fai un giretto sulle colline, fai una salutare camminata e alla fine compri un panino nell’unico negozietto del paese che vende dal salame al lucido da scarpe.
    Sicuramente e’ piu’ folcloristico e romantico Gigi il panettiere, Oreste il fruttivendolo, Adelmo il calzolaio, ma l’IperCoop (che e’ il mio equivalente dell’Esselunga) e’ infinitamente piu’ pratico e conveniente di Gigi, Oreste e Adelmo messi insieme.
    E poi, riguardo al fatto che nelle immediate vicinanze dell’Esselunga ci sia un bolla immobliliare con speculazioni pazzesce deriva dal fatto che ormai l’Italia e’ un paese fatto per meta’ da anziani i quali vanno a piedi e vogliono abitare a pian terreno. A uno scattante 25enne con automobile non gli importa nulla dell’S lunga, oserei dire.

  14. Bè che siano convenienti è tutto da dimostrare, che siano pratici concordo appieno, ma convienienti non sempre, ricordat che la grande industria fa spesso confezioni che hanno pesi diversi per la grande distribuzioni, e che il sottocosto è solo uno specchietto per farti entrare ad acquistare.
    ricordo solo che 1000 mq di grande distribuzione assumono 30 persone
    1000 mq di negozio al dettaglio assumono 100 persone, fa la differenza ….. ah dimenticavo sapete dove sono assunti la maggior parte dei precari vero?

  15. Marina: la faccenda della pronuncia di Auchan mi ha fatto molto ridere. Mille anni fa, vivevo e lavoravo in centro Milano, ancora felice e ignara della vita in periferia. Una sera, al telefono con quello che sarebbe diventato mio marito, ricordo lui mi disse: “E’ tardi, esco dall’ufficio e faccio un salto all’OSCIAN”, non osai chiedere di cosa stesse parlando ma, dopo un veloce consulto con le mie colleghe, decidemmo fosse una specie di nightclub :-)
    Luca: fammi indovinare..?

  16. Leggo qui e lì i commenti di Davide, quello sotto il post su Guia Soncini non l’ho capito (e mi è anche sembrato leggermente fuori tema) a questo ha risposto a tono Luca. Comunque è vero il pacco dei biscotti Mulino Bianco da Carosi (grosso verduraio multifunzionale) costa 10 centesimi di più rispetto all’Iper ed anche al super normale, però:
    1 – la cassiera del super è anche super antipatica
    2 – i meloni di Carosi sono sempre super
    3 – il salumiere di Carosi oltre ad essere molto simpatico quando vado a fare la spesa alle 19 e 30 mi lascia sempre un sacco di buone occasioni, tipo prosciutto scontatissimo e via dicendo.
    4 – non avendo in case cinque persone da sfamare ed essendo spesso da sola preferisco fare poca spesa alla bisogna, così risparmio sul serio perché se mi intaso il frigo di offerte dell’iper rischio di gettare via la metà delle cose, il che mi sembra oltre che dispendioso anche immorale. Ok è vero abito in provincia, questo, mi rendo conto, in una grande città è più difficile da praticare. Il verduraio sotto casa della mia amica Giulia in via Commenda è una gioielleria.
    5 – ok risparmio metti il 30%, però siccome sono una femmina quando vado nelle grandi superfici commerciali qualcosa che non mi serve lo compero di sicuro (e ancora non hanno inventato una cura per questa tremenda malattia). Poi fra parcheggio prima e dopo, strada, percorso slalom con il carrello e via dicendo, comunque mi va via più di un’ora per non parlare della benziona. quindi a conti fatti…
    Un caro saluto a tutti

  17. Sempre sul tema supermercato. Torno ora da gita non di piacere al CityPer (fratello minore di AUCIAN) dove da oggi c’erano due o tre cose interessanti in offerta (vedi volantini che qui spargono a chilate ogni giorno della settimana, evviva il risparmio della carta) cioè scarpe sportive per la mia metà e cibo per i gatti. Nota bene il volantino specificava da martedì 3 giugno. Quindi prendo la macchina, mi reco sul posto, parcheggio al sole (qui non ci sono i park sotterranei), vado, cerco e niente. Ma niente di niente. Chiedo ad una signorina che mi guarda come se avesse bevuto (lei) cinque Cuba Libre a stomaco vuoto. Ok, vado al banco informazioni, c’era un tizio tipo impiegato (direttore?) che ha allargato le braccia. “Sa ieri era festa”. “E allora?” rispondo, “mica è caduta dal cielo improvvisa questa festa, l’hanno rimessa dal 2001”. “Si ma il giorno prima era domenica. Ecche lei di domenica e i festivi lavora?”. Si, si lavoro, ho lavorato domenica e anche ieri, come una pazza perché io faccio parte di quella schiera di free lance pagati a pezzo che se non scrivono non mangiano. Ho sorvolato. Tanto da lui ho capito che non c’era verso di avere altre spiegazioni o aiuti, neanche il giorno probabile di arrivo delle scarpe. Anzi alla fine la rompiballe ero io. “Telefoni al numero verde o faccia come la pare”. Belli eh, i supermercati?

  18. ciao Marina!!!
    sono la commentarice della Soncini-Felicetti…
    un saluto,
    Chiara

  19. Ciao Hope-Chiara, come stai? Non ho ancora comperato il libro della Soncini, ho avuto dei giorni un po’ difficili, ma rimedierò presto. Sono molto curiosa, mi sbranate se dico che è un po’ la nostra Carrie nostrana? Ehmmmm, posso dire che sono andata a vedere il film? Sono partita polemicissima e con una enorme voglia di stroncarlo e invece, miracolo. Mi è piaciuto.

  20. Da noi a Bologna la discriminante non è il supermercato che qui è rigorosamente Coop ma la vista San Luca.Se non ce l’hai sei out!!

  21. Sto benone, grazie!
    mi fa piacere risentirti…(cioè..rileggerti…).
    Anche io ho visto il film….mi è piaciuto un sacco.
    Non ero partita prevenuta dato che ho tutte le 6 serie in DVD (ora, però, non mi sbranare tu…)ed adoravo il telefilm.

    Blimunda, tu l’hai visto The moovie??
    attendiamo tue :-)

    Chiara

  22. Hope-Chiara, anche io ho tutta la serie in dvd. Mai più senza! D’altronde la mia metà ha tutti i mondiali del 2006 in dvd e il maledetto lo spaccia come un atto d’amore perché ci siamo sposati a fine luglio 2006. Non a metà a fine luglio perché “ma sei matta e se capita un giorno che c’è una partita dell’Italia? ah, io guardo la partita non c’è matrimonio che tenga, neanche il nostro”. Io ero partita prevenuta proprio perché ho adorato e adoro (ieri sera non mi sono persa l’ennesima replica su La7 perché quando lo mandano in onda non devo neanche fare la fatica di infilare il disco nel lettore…e poi se il destino lo rimette in programmazione io che ci posso fare, lo devo vedere) la serie e temevo delusioni.
    A presto
    Marina

  23. Invece io mi sono fidanzata durante i mondiali 2006 e mi sono sposata a giugno, esattamente un anno dopo!!
    Anche io “subisco” una coabitazione forzata: il mio prezioso cofanetto sex and the city vicino ai DVD di Maradona del marito.

    La cosa strana è che, pur avendo i DVD, ogni volta che danno le repliche su sky oppure su La7 le rivedo….(ovviamente ieri puntata mitica, incontro con Big!).

    Un caro saluto e…a presto!!
    Chiara

  24. Te l’ho detto Hope-Chiara, se il destino ti rimette Carrie nella tv non ci sono storie, la devi guardare!

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