Perché Sanremo è Sanremo 2009

Premessa: non ho praticamente visto Sanremo. Ero impegnata a mangiare dell’ottimo sushi con ottime amiche. La tv era sintonizzata su Sanremo ma senza audio, sostituito da una colonna sonora di lounge giapponese (?) approntata per l’occasione-sushi dalla padrona di casa.
Ho visto passare Dolcenera rifatta versione sexy, tutta storta sui tacchi, che era forse meglio quando si presentava grounge grunge (si può dire grounge, o rivelo la mia età? – grunge! si scrive grunge! e sì che lo sapevo…) e con la faccia graffitata di trucco.
Abbiamo sentito solo mezzo Tricarico, maledetto lui e chi l’ha convinto di poter fare il cantante.
Finito il sushi, si prosegue con Marco Carta, che rifa Ramazzotti degli esordi ma meno meno (comunque, vende dischi da paura: incredibile). Ho visto un flash di Patty Pravo (Commenti sparsi: “Da quando si è rifatta non la stimo più” “Ma lei dice che è tutta naturale, ha dei buoni geni, pure sua madre è così” “L’avrà rifatta lo stesso chirurgo suo” e via così). Ho ascoltato tutto Masini che urla incazzato nero il suo solito testo qualunquista, l’Italia ci ha rotto i coglioni, e sapessi tu all’Italia, caro Masini. (“Ma è sempre stato all’avanguardia” dice una, fulminata dalle altre). Renga è completamente fuori parte nell’omaggio pavarottiano. Purtroppo perdo completamente Benigni che, leggo, ha volato alto e ha dato dell’imbecille a Povia senza nemmeno abbassarsi a sfiorarlo. Riprendo sugli Afterhours, prevedibilmente fuori contesto, col cantante che stona da paura. L’incredibile Zanicchi, inquartata come poche, con un’allucinante palandrana nera con in mezzo l’occhio di Horus che canta (bene, almeno se piace il genere) di sesso senza amore. Poco credibile, premio al coraggio. Nicolai – Di Battista carini e bravini ma la canzone ha un po’ di tutto dentro (Mina, Vanoni, Battisti, eccetera) senza essere veramente niente. Ma finalmente arriva Povia. La canzone, un po’ di Tiziano Ferro (Ti voglio bene), un po’ Pensa di Fabrizio Moro (Sanremo 2007, do you remember?). La sostanza, beh, ne hanno parlato e sparlato tutti, ti aspettavi una cosa trash ma ascoltarla è tutto un altro mondo. E’ sopra ogni più incredibile immaginazione, sembra la parodia della canzone di Povia sull’ex gay diventato papà felice. E’ ben oltre la parodia (geniale) di Elio, oltre qualunque cosa. Un racconto didascalico, un minestrone di idiozie dove vale tutto: il padre assente, la madre ingombrante, Freud, la vita sessuale dei gay che è, ovviamente, promiscua e un po’ morbosetta, la crocerossina che lo salva, il figlio che suggella la santa unione etero, amen.
Bonolis da la parola a Grillini, il pubblico fischia Grillini, Bonolis cerchiobotta alla grande difendendo tutto e tutti, applauso, et voilà.
Di Sal Da Vinci (Sal Da Vinci? Tra i big?) visto per un attimo posso solo dire che era vestito da Batman e canta esattamente come D’Alessio una canzone di D’Alessio.
Infine Alexia con l’anziano arrivato dritto dalla residenza Anni Azzurri, dietro l’angolo. Lavezzi canta così male da essere imbarazzante e sta seduto per non sovrastare Alexia che sembra lo gnomo delle favole, pettinato da paggio inglese sotto acido.
Infine, in radio mentre tornavo a casa, sento il pezzo di Malika, che mi piaceva tanto quando cantava in inglese, ma in italiano proprio non va. Cioè: sembra Alan Friedman, seppur con una bella voce.
In complesso: ho visto 15 minuti in tutto tra spizzichi e bocconi e, vista la premessa, ne ho visto fin troppo. E mi è sembrata un’edizione davvero demenziale.
(Eliminati la vecchia zia con le scalmane Zanicchi, l’inascoltabile Tricarico, i prevedibili Afterhours).

3 thoughts on “Perché Sanremo è Sanremo 2009

  1. Se scrivi “grounge” riveli solo che nel 1992 stavi facendo/ascoltando altro :D (Si scrive “grunge”, e anche io c’ero…)
    Il pezzo degli After l’ho sentito stamattina e secondo me era fighissimo. Soprattutto il clapping per far scendere Enrico nella buca del direttore d’orchestra, con le bacchette fra i denti. Grande Enrico. Quando è venuto da me con Marco Parente, con una mano suonava le tastiere, con l’altra il sax alto. Ha i due lobi del cervello che vanno in due direzioni diverse.

  2. miseria, io ultimamente con i refusi sono un disastro, altroché. Ho fatto una crasi con lounge. Per gli After non discuto sul pezzo, purtroppo però lui ha stonato in modo davvero fastidioso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*
Website