Libri ed editoria: se internet è ancora il diavolo

Torno dal seminario di perfezionamento della Scuola per librai UEM e premetto: ho ascoltato solo un pomeriggio di interventi, per cui non ho assolutamente il polso della situazione e credo fermamente a ciò che mi hanno detto gli organizzatori. E cioè che nei 5 giorni di seminario, di web si è parlato, tanto, e con accenti positivi.
Purtroppo nella parte che ho seguito io, e che prevedeva anche l’intervento di Greg Sung, fondatore di aNobii.com, si è parlato principalmente di: festival italiani di letteratura e cultura (servono o non servono a vendere libri? ce ne sono troppi?); trasmissioni tv sui libri che prima si facevano e oggi no, a parte qualche lodevole eccezione; necessità di scendere a patti in qualche modo con il “mostro internet” che cannibalizza stampa ed editoria; impegno ad acquistare libri solo e soltanto in libreria, che è l’unico posto dove veramente si respira la cultura, eccetera.
Allora. Uno dei miei più cari amici ha aperto una libreria indipendente e sta facendo cose egregie. Io adoro passare ore in libreria. Più che i musei, quando sono in viaggio visito le librerie, per capire il paese in cui sono.
Però in questo caso si trattava di un seminario per i librai di domani. Vogliamo negare il fatto che l’ecommerce sarà sempre più importante per loro? Così come il “parere dei pari” ossia il passaparola online che, sempre più spesso, ci induce o ci fa desistere dall’acquisto, perché dei nostri simili ci fidiamo molto più che della pubblicità?
Vogliamo continuare a ripiegarci su posizioni antiche, sulla difesa di una presunta cultura superiore, ottenendo così come solo risultato di allontanare la gente dai libri, facendone un oggetto quasi mistico, di culto, non fruibile, da adorare in silenzio? I libri devono essere venduti in libreria, online, all’autogrill, in edicola; ovunque, pur di avvicinarli il più possibile ai potenziali lettori. Dei libri bisogna parlare, discutere, si possono sottolineare, piegare, farci le orecchie, prestarli, perderli, anche, per poi magari ricomprarli. Ben vengano blog letterari, recensioni senza crismi di ufficialità togata, realtà tipo aNobii che, come un gioco, mette in contatto lettori con gusti simili, fa scoprire libri, nascere gruppi di lettura e stimola pure la gara a chi legge di più. E sta avendo un insperato successo in Italia, storicamente paese di non lettori.

Chi pensa ancora che internet sia una minaccia per i libri, parla senza conoscere il mezzo e le potenzialità che può avere nell’avvicinare le persone alla lettura. Ma sono sicura che questo sia stato detto in altre giornate del seminario e che, in ogni caso, gli studenti del corso per librai lo sappiano già.

7 thoughts on “Libri ed editoria: se internet è ancora il diavolo

  1. Posso farti una domanda “tecnica”? Negli Stati Uniti esistono siti web in cui scegli il libro online e poi lo vai a prendere fisicamente qualche giorno dopo in una libreria indipendente di tua scelta. Sai se c’è qualcosa del genere in arrivo in Italia, o sarà per un altro secolo?

  2. che io sappia, in Italia non esiste nulla del genere, ma non sono un’esperta.

  3. sono completamente d’accordo sull’importanza di internet per le piccole librerie; anche perché le grandi spesso si muovono, per fortuna, con la grazia e i tempi di un brontosauro…
    i piccoli dovrebbero invece collaborare, creare reti, per esempio nel modo che dice prosaica; ma questo non è per nulla semplice: metter d’accordo più di una testa è sempre un casino!

    ps
    grazie per la citazione, barbie! :) quand’è che succede quella cosa di cui mi parlavi a capodanno? aprile?

  4. Rispondo a prosaica: in Italia un servizio web 2.0 che coinvolge anche le librerie è Bookerang http://www.bookerang.it/

    Più in generale, l’Italia è parecchio indietro anche per quanto riguarda la diffusione degli ebooks. Capisco che ai librai “tradizionali” questo discorso non piaccia molto, però.

  5. Sono perfettamente d’accordo con te.
    In giro è pieno di gente (e categorie di persone, pure) che vedono in internet una minaccia, solo perchè non lo conoscono, non lo vogliono conoscere e per questo dicono che sia una minaccia. Mi sembra che dal MedioEvo non abbiamo fatto molta strada, non trovi?
    ;o)

  6. Ciao, stavo cercando informazioni sui corsi UEM ed ho trovato il tuo post. Posso chiederti un parere a riguardo? Sono interessato all’argomento e sarei intenzionato ad aprire una libreria, volevo sapere qualcosa di più sulla validità dei loro corsi/seminari.

    thx

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