Quasi dimenticavo di parlare del cocktail più famoso della città , da bere all’ora dell’aperitivo: L’Agua de Valencia. Dell’acqua ha ben poco visto che è una mescolanza di alcol in succo d’arancia: comunque ben fresco e se le proporzioni arancia-alcol non sono troppo a sfavore del succo di frutta, è molto gradevole e si regge bene. Ci sono diverse ricette: chi usa la vodka, chi usa il gin…il cointreau invece c’è sempre. Qui ce n’è una, ma se la volete già tradotta, eccola:
Ingredienti
Da 8 a 12 arance spremute (3 bicchieri pieni di succo minimo); no, il succo già pronto nel brick non va bene. La spremuta va filtrata il più possibile per eliminare i grumi;
Mezza bottiglia di Cava (lo spumante spagnolo) non secco;
Un bicchiere pieno di cointreau, rum bianco e gin (o vodka) in proporzione di 1/3 ciascuno;
Zucchero q.b. (per una caraffa dicono 10 cucchiaini, ma vedete voi);
Ghiaccio.
Preparazione
In una caraffa mettere la mezza bottiglia di Cava, aggiungere il succo d’arancia e il bicchiere con la mescolanza di liquori. Aggiungere infine lo zucchero e mescolare. Servire fresco.
Per il giorno e per chi non regge l’alcol invece fermatevi da uno dei tanti chioschi che servono l’orchata, un tipo di orzata artigianale. E’ fresca e buonissima (sì, mi piace l’orzata. E allora?) e i valenciani la bevono a qualsiasi ora del giorno intingendo nel bicchiere dei biscottoni chiamati fartons (di quelli se ne può fare a meno).
Anche a me piace l’orzata. E pure la cedrata. Ecco.
:-*
Ah tesoro, ma la cedrata Tassoni è una chicca per vere buongustaie snob. E che dire del Chinotto?